Il corsivo

Ecco, ci mancava la grande novità e quasi eravamo preoccupati. Ma come, ci chiedevamo, possibile che oggi non ci sia nulla che possa stupirci? Una proposta alettante, pruriginosa, divertente e scombussolata come solo possano essere le cazzate che leggiamo ogni giorno? Tranquilli, ce sta...ce sta...un fenomeno recentissimo che sta prendendo piede specie a Milano e che se continua con questo ritmo, la diffusione sarà a livello nazionale. Dopo di ciò, non ci resterà che abbandonare questo mondo liquido e troppo iper connesso, scendendo alla prossima fermata. Lei è Elisa Esposito, una super tiktoker che pesa molto con i suoi followers e dopo tante lezioni, suggerimenti e indicazioni di livello superiore, ha intrapreso la carriera dell'insegnamento. Ci insegna come parlare in corsivo. Non è una novità, questo slang italiano è già in giro e a Milano, i "ragazzi bene" quelli che si atteggiano e masticano un italiano (?) nuovo e intraprendente, ne fanno largo uso. Già l'apprendere che Blanco, Giorgia e Sangiovanni cantano in corsivo, mi ha lasciato perplesso: non me ne ero accorto e farò dei ripassi per verificare, tuttavia, lei cogliendo l'attimo e forte dei suoi...studi in estetica, no...no del linguaggio (magari), estetica del fisico, del volto ecc.ecc., ha capito subito che questo era il momento buono per dare una svolta alla sua vita...sprecata in tutt'altre faccende affaccendata. Poiché mi resta difficile spiegarvi cosa e come sia il parlare in corsivo, mi permetto proporvi un brevissimo video della prof. Elisa, dove spiega e dimostra come sia facile parlarlo. Capirete anche dalle flessioni della voce, perché ai meneghini riesce più facile. Magari cimentatevi, visto mai che possa sostituire la lingua italiana? Ormai non c'è da stupirsi più di niente e nonostante le impervie strade della vita e tutti i problemi che ci attanagliano in questo contesto molto delicato, chissà che....qualcuno non la mandi affan'cucolo...in corsivo. Questo ve lo insegno io... Fino al 2009, anno in cui ho smesso di lavorare, ero solito transitare dal mio giornalaio di fiducia prima di entrare nel bar per il consueto caffè...e poi recarmi al lavoro. Dopo il mio buongiorno, provvedeva a fornirmi i due quotidiani, Corriere della Sera e Gazzetta del Mezzogiorno, più altre eventuali riviste abituali che l'edicolante univa ai due quotidiani. Vi sono sincero, i due quotidiani erano importanti per me: il Corriere per le varie notizie, aggiornate e provenienti da tutte le parti del mondo, mentre la Gazzetta mi dava l'opportunità di sentirmi "a casa", immerso nella mia realtà cittadina, con tutte le notizie di cronaca cittadina e provinciale. Sapete quale pagina scorrevo per prima? La pagina delle necrologie, degli avvisi mortuari: era l'unico modo per apprendere eventuali dipartite di persone che conoscevo e che magari avrebbero meritato le mie condoglianze tramite telegramma. Era un rituale, un'operazione che facevo spontaneamente e che oltre a informarmi tempestivamente, mi rattristava per la perdita di persone stimate, conoscenti e amici. Avevo un gran giro di gente all'epoca e quindi un giorno sì e l'altro pure, capitava che ci scappasse...il morto. I necrologi non li usa più nessuno, la rete ha sbaragliato un mondo fatto di annunci e di numerose partecipazioni. Il Corriere della Sera, per esempio, riempiva pagine e pagine di annunci mortuari, oggi con la rete e il web, si spende nulla per comunicare, mentre i necrologi, pur restando messaggi brevi, concisi e compendiosi, producevano costi di diversi euro. Insomma, il necrologio era fonte di reddito certo per un quotidiano e quindi, rinunciare alle inserzioni che man mano nel tempo stanno scemando, procurano un calo dei lettori e del reddito. Facciamocene una ragione: l'altro giorno è deceduta la moglie di un caro vecchio amico di scuola. Ho ricevuto un what's up da lui stesso: "Silvana ci ha lasciato", scriveva laconicamente e nel giro di mezz'ora tra messaggi, va'zapp e telefonate, tutta la classe e gli amici di sessant'anni fa, sapevano della notizia e ci si organizzava per essere presenti e compatti al funerale. Pertanto, la moda incalza, il digitale la fa da padrone e noi ci adeguiamo. Quindi? Vi invito a...una prece per i necrologi! Amen.

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