La verità

“Posso parlare senza filtri?” chiese. “Sì, certo” rispose lui. “Avrei dovuto ammazzarla. Tanto tempo fa. Questa è la verità” disse lei. A lui non era concesso esprimere emozioni e reazioni, poteva solo ascoltare ed accondiscendere. Ma lei non potè fare a meno di notare sul suo volto uno sguardo di spavento misto a disgusto. Non si stupì. Lei odiava quella situazione. Le sembrava tutto così finto, e quindi patetico. Avrebbe preferito che lui, con rispetto, dicesse “Sei abominevole”. Doveva fidarsi di lui ma lui non poteva essere se stesso. Ha senso fidarsi di chi non è autentico? “Vuoi spiegarmi?” chiese lui. Moriva dalla voglia di confidarsi con qualcuno, ma sapeva che tanto non avrebbe capito. Se ci fosse stato qualcuno in grado di capire non avrebbe avuto senso parlarne. Si sarebbero intesi senza le catene delle parole. Lei odiava le persone che spiegavano cose. Spiegazione ed ignoranza vanno a braccetto. Se hai davvero della cultura non spieghi cose perché sei certo di non sapere nulla più dei tuoi pari. Se spieghi cose è perché ti stupisci di saperle e se ti stupisci di avere qualche minima conoscenza vuol dire che sei ignorante. Allora devi stare zitto e ascoltare, non parlare. “Pensavo di non avere scelta, ma invece l’avevo. Ne abbiamo sempre una. Ho scelto di perdere la salute mentale. Invece dovevo scegliere di ammazzarla. Sarei andata in carcere per 20 – 30 anni, ma poi sarei stata libera. Così invece sarò sempre incatenata a paranoia e sofferenza. Mi sono sacrificata per salvare qualcuno inconsapevole della bellezza della vita“ “Ho capito. Allora anche oggi hai paranoie. E direi che sei in delirio. Purtroppo siamo già alla dose massima del farmaco, ma magari possiamo aggiungere un po’ di Tavor per lenire questa sofferenza… cosa dici?” disse lui. Hai capito proprio tutto – pensò lei. Sorrise e ringraziò. Lui si alzò. “Chi è il prossimo? Ah lo schizzofrenico, andiamo.” Chiuse la porta dietro di sè restituendole la sua solitudine.
“Avrei dovuto ammazzarla” mormorò lei.

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