Mentana di nuovo

Mentana, voleva fare l'avvocato del diavolo, ma ha impattato un muro granitico e resistente. Sappiamo da tempo come il divario tra il compenso di un Ceo, un manager, un amministratore di una grande azienda, e quello di un operaio impegnato nella stessa azienda, spesso sia circa 750 volte più grasso e corposo del salario del lavoratore. Non occorre il mago Otelma o una palla di cristallo per conoscere realtà di questo genere. Addirittura, osservando le cifre, un comune operaio prende un salario minimo che al netto, non raggiunge il reddito di cittadinanza: per questo motivo spesso, rifiutano le offerte di lavoro oppure accettano lavoro in nero, ovvero va bene tutto, ma non si può rinunciare al reddito/regalo dello stato. Tornando a Mentana, sostiene che sia giusto il divario, sia opportuno mantenere questo eccessivo dislivello reddituale, per la semplice ragione che un operaio è protetto e non può perdere il suo posto di lavoro, mentre un manager può essere cacciato in qualsiasi momento. Beh, detta così, era facile scatenare la rabbia del web: tutta teoria che all'atto pratico non trova punti solidi su cui aggrapparsi. Perché dovrebbe perdere il posto di lavoro quel manager che compie perfettamente il suo dovere, è in grado di gestire l'azienda e merita di conservare il posto? Mentre se perde il lavoro e viene cacciato, è per i suoi vistosi errori e la imperfetta conduzione, non perde il becco di un quattrino, ossia, ha lavorato male, ha sbagliato e incassa il suo malloppo. Allora, è giusto che venga premiato il suo superiore e importante impegno, è necessario che il suo mandato sia gratificato da un contratto piuttosto elevato, ma credo che 750 volte superiore a quello dell'operaio, sia una torta in faccia (comicità gratuita) al povero cristo che sgobba in azienda. Evitiamo quindi di esaltare gli animi, stiamo sereni e consentiamo (come pare si stia già facendo) agli operai di guadagnare qualcosa in più e i manager contengano le loro richieste compatibilmente con i loro impegni professionali e direzionali. Si può fare e lo si faccia, per il rispetto di tutti i lavoratori che necessitano di conservare comunque la loro pronunciata dignità.

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