Ma come parli

In Italia vi sono circa 8.000 comuni, compresi borghi bellissimi e inimitabili. Spesso accade, specie al sud, che tra due comuni distanti tra loro pochi kilometri, i dialetti che gli abitanti parlano sono diversi, molto alternativi. Basta muoversi in una qualsiasi direzione e soffermarsi ad ascoltare qualche cittadino che stia parlando nel suo dialetto e colui che proviene dal paese vicino, capisce ben poco. Questa è una prerogativa del nostro bel paese: la lingua madre e i tantissimi dialetti in uso, consolidano, accentuano la bellezza e la ricchezza della nostra cultura. I proverbi poi, quelli che conosciamo un po' tutti, sono il filo conduttore di questa miriade di dialetti e ognuno ha la sua appropriata funzione per ogni situazione. Il proverbio è la conferma al dubbio, esso rappresenta nella sua dialettica, la spiegazione, il senso di ciò che si intende dire. Dialetti e proverbi sono a confermare l'antica tradizione lessicale del paese: non hanno tutti la stessa data di nascita, sono generati in tempi diversi e nel lungo percorso, possono cambiare o possono scomparire, per poi tornare ad esercitare la loro funzione. Insomma usi e costumi sono degnamente rappresentati, esplicitati in italiano o in dialetto, non fa molta differenza, c'è una letteratura apposta che li rappresenta e non si possono quantificare e sicuramente, sono sempre ben azzeccati quando sono a sostegno di eventuali situazioni in discussione. Addirittura, alcuni si contrappongono e posti uno affianco all'altro, il secondo annulla il precedente: "L'unione fa la forza, ma chi fa per se, fa per tre!", oppure "Chi tardi arriva male alloggia, ma chi va piano, va sano a va lontano!". Ve ne sono tanti altri ancora e sappiate che sono indipendenti tra loro nella misura in cui, ognuno è nato a suo tempo e ha le sue specifiche origini. Troppo bello il nostro paese, originale e culturalmente elevato. Parliamo in dialetto e...non ci capiamo, ma ci intendiamo benissimo!