L''albero di Natale

"Amo'....dove sei?", chiamata più volte, non ricevo risposta. Alzo leggermente la voce: "Oh... ma dove sei? Non mi senti?". Mi alzo dalla scrivania e raggiungo la stanza dove generalmente lavora, la porta è chiusa. La apro dopo un toc: "Ma sei qui? Ti sto chiamando invano, non mi rispondi...", solleva la testa dalla macchina per cucire e volgendo lo sguardo torvo e minaccioso verso di me: "Come avrei potuto sentirti, con la porta chiusa e il fruscio della macchina? E poi, la devi smettere di chiamarmi, devi alzare le natiche, non puoi continuare a stare seduto, uscendo poco e passando il tempo alla scrivania, devi camminare pigrolo!". Sono basito, stai a vedere che tutto 'sto casino è colpa mia: "Pigrolo? Ekkedè?...", "Un nome nuovo che mi è venuto in mente, magari i nani di Biancaneve erano otto e uno si chiamava Pigrolo perché era sempre lì a non far niente. Vabbè, dimmi cosa c'è? Che vuoi?". Mi seggo sul divano, sono esausto, la invito a sedersi accanto, battendo la mano vicino al mio posto: "Segga signora delle tramelie...le devo fare una proposta...". Sorride l'infame, sa tutto e non riesco mai a sorprenderla: "...Signora delle tramelie? Ekkevordì?". "Beh, tu puoi inventarti nomi nuovi e io non posso affibbiarti una etichetta che coniughi Camelie e trame? Ascoltami, facciamo subito l'albero di Natale? Addobbiamo la casa come ogni anno?". Incredula, quasi avessi detto una colossale cazzata, strabuzza gli occhi: "L'albero di Natale...il 22 novembre? E di grazia, ponendo la domanda spontanea, perché non aspettare l'otto dicembre come da tradizione?". "Semplice, ho letto or ora che chi addobba e mette su l'albero di Natale con anticipo, è più felice, più sereno e trascorre tutto il periodo prenatalizio, natalizio e festivo fino al 6 gennaio, in un clima di assoluta pace e tranquillità: i ricordi dell'infanzia tornano alla memoria, le atmosfere di quando eravamo piccoli riempiono di gioia i nostri cuori. I sentimenti si arricchiscono di bontà, l'atmosfera natalizia ci culla in un etereo senso di beatitudine e il....", mi da una gomitata nel fianco e sbotta: "Ma che t'è preso, ma dove leggi tutte ste cazzate, come fai ad immergerti in quella fogna che è diventata ormai la rete, sei ormai strafatto e credo sia giunta l'ora di smetterla. Domattina chiamo Alfredo (mio cugggino lo psichiatra) e lui saprà come sedarti". Fine di un momento magico, pensavo di fare una pausa, di creare nuove emozioni, ma evidentemente la proposta era insulsa e poco convincente. Sono andato a rileggere l'articolo!

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