Il canone

Di tutto no, di tutti nemmeno e...siamo alle solite. La RAI è un boccone prelibato per tutti coloro che possano servirsene e abusarne per curare interessi essenzialmente politici. Recentemente la UE, nella persona di Thierry Breton commissario europeo per il mercato interno, ha evidenziato al nostro paese che: “I rischi di interferenza politica che incidono sull’indipendenza dei media del servizio pubblico in Italia, preoccupano la Commissione europea". In altri termini e più chiaramente, serve “una riforma” che permetta a Viale Mazzini di “resistere meglio” a quelle stesse “ingerenze politiche e dipendenza finanziaria nei confronti del governo”. La replica giunge da Gasparri, il quale pronto e istruito dalla sua lunga esperienza in seno alle commissioni di vigilanza, ha replicato al Commissario: “Così è e così resterà. Si possono fare modifiche marginali, ma non si affideranno a consorteria della sinistra, travestite da baronie accademiche o da fondazioni fantomatiche, le sorti del servizio pubblico della Rai". La sicumera del nostro bravo senatore è decisiva, pleonastica, irreversibile e ha aggiunto: "L’editore sostanziale della Rai è il Parlamento, garante della democrazia e del pluralismo”. AhAhAhAhAhAhAh!!!!!! Rido di gusto e serro la protesi dentale per la rabbia: loro oggi sono in grado di garantire democrazia e pluralismo alla RAI, dopo tutto quello che si sono spartiti tra dirigenza e posti decisivi. Voi politici al governo, di qualunque colore siate, fate tutti i vostri comodi con la RAI. Noi cittadini siamo d'accordo, ma non accettiamo che obbligatoriamente si debba pagare il canone per mantenere non solo il carrozzone televisivo, ma ci tocca mantenere anche il parlamento che a sua volta è...l'editore della RAI. Pertanto smettetela con le sceneggiate: tenetevi la RAI (tanto la paghiamo sempre noi...indirettamente), ma risparmiateci quel maledetto canone che pesa sulle nostre tasche. Ognuno abbia la libertà di vedere ciò che gli pare!

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